Cari amici,
dopo oltre un mese dall’avvio del progetto “Giocare, imparare, crescere”, ci teniamo a dire GRAZIE a voi e a tutti i bambini e adolescenti che hanno, e stanno ancora, frequentando il nostro Centro interculturale. Abbiamo condiviso laboratori educativi, momenti ludici e di riflessione, eventi collettivi e incontri più privati, con riunioni e con colloqui previsti dal nostro segretariato (psico)sociale. Accogliere bambini, adolescenti, giovani e famiglie - tra amicizie di sempre e rapporti inediti - ha dato una nuova energia al nostro lavoro e alla nostra esigenza di conoscere l’“altro”. Ovviamente, siamo stati severissimi nel rispettare le misure anti-Covid previste per la nostra salute fisica. Ma abbiamo provato anche a non trascurare la nostra salute psichica, le nostre esigenze educative, di inclusione sociale e di relazione.

Il Centro interculturale, attivo presso via Nomentana 1367, è nato proprio per questo: per accudire, sostenere, coltivare e “incontrare”, con lo sguardo rivolto al valore dell’intercultura, gli abitanti del territorio e della nostra città, affinché ne siano, sempre più, i protagonisti reali. Vi lasciamo con le parole di una ragazza di 16 anni, partecipante ai nostri laboratori, che così ha commentato il concetto di “razzismo”:

Siamo tutti uguali, la vita ci costringe al dolore e alla felicità nello stesso modo. Tutti vivono momenti di gioia e di dolore, tutti piangono e tutti ridono, tutti si emozionano e tutti si arrabbiano. Alcuni lo fanno di più, altri di meno, ma la nostra base è la stessa. Quel che conta è quello che c’è sotto alla nostra pelle, la pelle è solo un involucro. Sotto alla pelle, siamo tutti uguali. Qualcuno, poi, crescendo, diventa cattivo. Ma nasciamo tutti buoni, nasciamo uguali. I popoli del mondo hanno diverse religioni e tradizioni, ma tutti gli esseri umani hanno lo stesso bisogno di credere in un Dio, anche se lo chiamano in modo diverso. E tutti gli esseri umani hanno il bisogno di festeggiare i momenti importanti della vita, per stare insieme, per volersi bene. Chi non capisce tutto questo, è razzista. Forse è stato deluso troppo dalla vita e dalle persone. Ma forse può ricominciare a fare del bene, se incontra delle persone buone sulla sua strada.

Nelle parole di questa giovane, abbiamo ritrovato il senso profondo della nostra propensione verso l’altro, tra uguaglianza e diversità…

Venite a trovarci 😊 Vi aspettiamo.

Vittoria Quondamatteo e lo staff de “Il Fiore del Deserto”