Il progetto intende rispondere ai bisogni psico-sociali di minori e giovani in condizione di svantaggio socio-economico attraverso percorsi di empowerment rivolti ai diversi gruppi di destinatari, con una specifica attenzione alle persone Rom, alle detenute della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, ai detenuti dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, ai ragazzi e giovani in carico all’associazione e/o segnalati dagli enti che costituiscono la rete di progetto. Con l’articolazione degli interventi progettuali, nelle sue diverse fasi, si è andati costruendo percorsi integrati e personalizzati che danno centralità ai singoli beneficiari, sostenendone l’autonomia e intervenendo a livello personale, sociale e collettivo attraverso interventi di inclusione socio-lavorativa e di supporto psicologico.
Per realizzare tali percorsi di integrazione, dopo la prima fase di avvio, sono stati ulteriormente consolidati i partenariati e le collaborazioni con gli enti e le aziende che hanno partecipato attivamente al progetto: Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, l’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, le aziende e gli enti presso cui sono stati effettuati i tirocini con borsa lavoro, l’Associazione 1-2-3 Stella, l’Isfol.
Attività realizzate:
- percorsi di informazione e sensibilizzazione sui diritti di cittadinanza, pari opportunità e orientamento al lavoro
- Inserimento di giovani donne rom in progetti di semiautonomia
- Sostegno psicologico per giovani con svantaggio psicosociale
- Sostegno psicosociale per le detenute della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia
- sostegno psicosociale per i minori detenuti presso l’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo
- formazione nell’ambito dell’agricoltura sociale
- tirocini formativi con borsa lavoro
METODOLOGIE DI INTERVENTO
Riguardo i percorsi di sensibilizzazione e orientamento realizzati dall’Associazione Crasform (in qualità di soggetto esterno delegato) sono stati effettuati:
- 1 laboratorio di informazione e sensibilizzazione sui diritti di cittadinanza attiva e pari opportunità;
- 1 laboratorio di orientamento al lavoro.
Sono state realizzate simulazioni, role playing, strumenti proiettivi e di autonarrazione, la cui dimensione ludica ha permesso di incoraggiare forme di espressione e comunicazione partecipative.
In una prima fase è stato realizzato un accompagnamento “protetto” prima di indirizzarle verso l’offerta formativa pubblica o i servizi per il lavoro attivi nel territorio.
Attraverso le attività realizzate si è voluto sostenere il percorso di autonomia sociale intervenendo a livello personale, sociale e collettivo.
Oltre alle attività di gruppo sono stati realizzati degli incontri individuali e in piccoli gruppi per poter consentire ad ogni partecipante di esprimersi liberamente. Sempre individualmente sono state fatte le simulazioni di colloqui di selezione.
Per quanto riguarda l’accoglienza in semiautonomia per le ragazze accolte è stato effettuato un intervento di sostegno e guida nella quotidianità, inoltre sono state promosse azioni di supporto per la ricerca attiva di occasioni formative e/o occupazionali necessarie un’adeguata inclusione sociale.
L’intervento di sostegno psicologico per i giovani con disagio è stato realizzato principalmente attraverso consulenze mirate alle esigenze della singola persona coniugando il supporto psicologico con quello educativo ed utilizzando un approccio metodologico di tipo sistemico-familiare. L’Istituto Metafora ed il Centro 1-2-3 Stella, che hanno fornito un’adesione non onerosa al progetto, hanno supportato tale fase operativa. Gli interventi di supporto psicologico sono stati realizzati non solo attraverso le consulenze individuali ma anche tramite l’affiancamento del “compagno adulto”, uno psicologo che nella quotidianità fornisce al giovane beneficiario una relazione significativa di sostegno, accompagnamento e di rispecchiamento.
Per quanto riguarda le metodologie di intervento utilizzate nel percorso formativo di Agricoltura Sociale, ad ogni sezione teorica è seguito un lavoro pratico che ha consentito ai partecipanti di sperimentare concretamente le conoscenze acquisite. In ogni incontro formativo si sono alternate una preliminare formazione teorica ed una successiva attività pratica consentendo ai ragazzi di “vedere con i propri occhi” e di “toccare con le proprie mani” ciò di cui si è parlato teoricamente. Il gruppo è stato monitorato dal tutor che ha avuto una funzione di facilitatore e di accompagnamento. Il tutor ha effettuato degli incontri con i beneficiari per individuare aspettative, difficoltà e per monitorare le attività. Tale modalità operativa è stata utilizzata anche per il tirocinio formativo con borsa lavoro. Nel corso della formazione, come materiali, sono state utilizzate dispense di sintesi delle tematiche trattate, supporti video, strumenti e attrezzature tecniche e specifiche del lavoro agricolo.
RISULTATI OTTENUTI
I laboratori sulla cittadinanza attiva e l’orientamento al lavoro hanno contribuito ad aumentare nelle partecipanti il livello di consapevolezza e conoscenza in merito alle tematiche affrontate.
L’attività di inserimento in percorsi individuali di semiautonomia ha avuto come risultato l’inclusione di tre giovani donne rom. Per la prima, dopo una fase di sostegno e di ricerca attiva del lavoro, sono stati riattivati i rapporti con alcuni familiari che l’hanno accolta e che hanno la possibilità di attivare l’inclusione lavorativa. La seconda ragazza è stata costantemente sostenuta con un percorso motivazionale, con l’accompagnamento preso i servizi, con la ricerca attiva delle opportunità formative-occupazionali. Si è concretizzato un contratto di prova presso una piccola ditta del settore della ristorazione. Per la terza donna, dopo una prima fase di supporto anche relativa alla gestione dei figli, è stata attivata una formazione con borsa lavoro, successivamente la donna ha ottenuto un contratto di formazione/lavoro presso una nota azienda della ristorazione.
L’attività di sostegno psicologico ha permesso di accogliere e sostenere diversi ragazzi con problematiche emotive e comportamentali. I vari percorsi attivati attraverso la consulenza individuale o il supporto del compagno adulto hanno offerto uno spazio emotivo e relazionale per la gestione delle proprie fragilità emotive e relazionali e il rafforzamento delle proprie potenzialità.
Lo sportello di ascolto psicologico attivato settimanalmente presso la Casa Circondariale di Rebibbia ha fornito uno spazio di ascolto e di supporto per le detenute su problematiche emergenti e su difficoltà e disagi legati a vissuti personali ed alla reclusione, inoltre si è lavorato sulla progettazione di percorsi futuri per le giovani in via di liberazione. Le consulenze di ascolto e sostegno psicologico hanno pertanto rappresentato un percorso di autoriflessione e accompagnamento all’autonomia e alla consapevolezza di sé.
Il laboratorio di sostegno psico-sociale sull’autobiografia rivolto ad un gruppo di giovani detenute di Rebibbia ha visto il formarsi di un nucleo di ragazze, le più motivate, che ha dato impulso all’esperienza in maniera più definita ed efficace. Un dato significativo è che, accanto al materiale scritto, elaborato nella sala verde o negli intervalli di tempo tra un incontro e l’altro, è emersa una sorta di “oralità” che via via ha coinvolto sul piano emotivo ed affettivo tutto il gruppo nel suo insieme. Si sono spesso create occasioni per confrontarsi su temi, valori umani e culturali, in una prospettiva di miglioramento della propria personale condizione. Il percorso ha senz’altro sviluppato in ogni partecipante il desiderio di ri-affermare se stessa, anche attraverso la “parola”.
Il laboratorio dell’IPM Casal del Marmo ha realizzato, nei primi 10 incontri con i minori selezionati dalla stessa Direzione per caratteristiche legate alla difficile gestione della tensione, un lavoro improntato a partire da questa tematica, proponendo attività espressivo/creative per favorire una riflessione collettiva sulla tematica del conflitto e della gestione di questo. Sono state utilizzate simulazioni di situazioni di conflitto che i ragazzi hanno rappresentato per poi ragionare, insieme agli altri osservatori, sulla dinamica messa in atto e sulla possibile soluzione dialogica. La seconda fase, di 10 incontri anch’essa, per scrivere con loro una storia utilizzando lo Storymaking, con l’obiettivo sia di continuare a stimolare una riflessione sulle possibilità di trovare nuove soluzioni e nuovi comportamenti alle problematiche relazionali, sia di far costruire qualcosa di concreto che fosse il prodotto del loro impegno. E’ stata scritta, pubblicata e divulgata la storia “Il Rirorno della Carbonara” ed è stato organizzato un evento conclusivo di presentazione del progetto e del lavoro svolto presso l’IPM.
Il percorso formativo nell’ambito dell’agricoltura sociale ha avuto come primo risultato il coinvolgimento di 21 ragazzi che sono stati selezionati per partecipare al percorso formativo.
Questi giovani hanno dimostrato buone capacità di apprendimento e hanno mostrato interesse per le attività pratiche. Inoltre, sono stati capaci di lavorare in gruppo.
L’ntervento di formazione ed inclusione lavorativa è stato realizzato anche attraverso l’attivazione di 9 tirocini formativi con borsa lavoro presso diverse aziende del territorio. Un tirocinio è stato interrotto dopo il primo mese in quanto la ragazza non è riuscita a confrontarsi con l’ambiente di lavoro nonostante il supporto costante del tutor. Sono stati attivati altri 8 tirocini tutti conclusi nei tre mesi previsti eccetto uno interrotto qualche settimana prima per consentire alla giovane di essere assunta presso una nota azienda di ristorazione sempre con contratto di formazione/lavoro.